Jemaa el Fna, cuore pulsante di Marrakech, ci accoglie con la sua atmosfera ineguagliabile, un vero teatro di strada. Attraversiamo i vicoli fino ad arrivare al cuore della medina, rapiti dalle influenze africane e andaluse.
Un attimo ed eccoci a Nyla. Il riad ci sorprende con la sua anima multiculturale, la tipica casa tradizionale marocchina, un tempo residenze di lusso per i membri della famiglia reale o i cittadini più ricchi, riconvertita a “maison d’hôtes”. Quanto di meglio per assaporare il Marocco, in tutte le sue sfumature. È questo infatti il primo impatto che ci offre Riad Nyla, una meritata decompressione, il passaggio dal frastuono dei rumori esterni alla quiete della hall.
Ci troviamo in un patio con colonne e pavimento a mosaico, sul quale si affacciano le camere; al centro, un’ampia vasca custodisce delle carpe giapponesi, circondate dal fresco delle piante. L’accoglienza è quella tipica del luogo: il benvenuto con il tè verde marocchino, il fascino e la discrezione. Ad arricchire la sintesi tipica dell’identità marocchina, inserti stilistici e architettonici di matrice occidentale e classica, dalle nobili venature dorate del Calacatta alla Pietra Piasentina a pavimento. Questi convivono con tipicità architettoniche locali, come l’uso degli archi, la falegnameria con motivi tradizionali, i moucharabieh e lo zelij, le ceramiche artigianali bianche di Marrakech che concorrono a creare un’unità visiva. Lasciamo i bagagli in camera e ci dirigiamo verso la Spa, dove ci colpisce la scelta di soluzioni mirate a offrire un’esperienza polisensoriale sfaccettata e intensa: la ceramica in Porfido Marrone su pareti e colonne della piscina si abbina al verde dello zelij marocchino creando la suggestione di una tiepida grotta dove scorre un fiume sotterraneo attorniato da vegetazione. Il marmo nero di cui è rivestita la cupola riproduce una volta stellata, con le sue venature avorio come stelle comete che ne attraversano la cromia piena. La sinuosità delle forme e la tattilità dei materiali alludono a una dimensione arcaica, al recupero di ritualità e modi ancestrali.
Anche il ristorante propone la doppia dialettica architettonica “tradizione-cosmopolitismo” e “lusso-intimità”. Ogni dettaglio dell’ambiente è ragionato con estrema cura. Il mosaico a pavimento riprende le venature dorate del Calacatta che riveste il tavolo nonché del comptoir dell’ingresso; ogni scelta compositiva concorre a creare un mondo, un’atmosfera. La cucina alterna piatti tipici marocchini ad altri internazionali, ma con un tocco italiano.
Alloggiamo nella suite Kaïa, un ambiente dal design lussuoso, ma mai sovrastante. Il gioco cromatico e materico alterna tinte chiare e note scure, accenti dorati e metallici. Particolarmente raffinato il contrasto stilistico nel pavimento lavorato a mosaico, dove le ceramiche nelle tonalità Bruno (con un effetto ispirato al rame ossidato) e Avorio sono lavorate a quadrati, riproducendo il disegno tipico delle case tradizionali marocchine. Ritroviamo la texture avorio in bagno, dove la scelta di riproporre il cerchio come motivo di continuità stilistica – qui anche nella forma del lavabo – sembra evocare un desiderio di ancestralità e di ritorno alle forme perfette e pure. La superficie del top al tatto è morbida come una parete appena intonacata.
Sul comodino, prima di addormentarci, un ultimo sguardo alla nostra to-do-list:
- Palais de Bahia: perdersi nel LABIRINTO di stanze della “follia architettonica” voluto dal gran visir, per evitare che spose e concubine si incontrassero;
- Souq: vie della medina, SHOPPING TOUR. Da assaporare come un buon libro, lì è la storia e l’anima del paese;
- Dar El Bacha: I MAESTRI artigiani all’opera nei cortili;
- Fondation Dar Bellarj: mostra sulla cultura e l’ARTE MAROCCHINA; dopo il fare, il pensare;
- Tour in mongolfiera: Una PROSPETTIVA VERTICALE della città! Tempo permettendo;
- Jemaa el Fna by night: il cuore di Marrakech, IMMANCABILE;
Il silenzio ci accoglie immediatamente. Appena il tempo di un sorriso e poco più. Un piccolo sbadiglio. Notte mondo.